LE CHIAVETTE APRISCATOLE
Blog: -"L'Italia che mi piace ricordare"
Negli anni 50, subito dopo la seconda guerra mondiale, le nostre mamme facevano un grande uso di cibo in scatola, secondo la moda americana. Ovviamente erano scatolette di metallo che si arrugginiva in fretta, strapiene di nichel; non esistevano date di scadenza, per sapere se il contenuto era ancora commestibile, le mamme annusavano e guardavano che non ci fosse troppa ruggine all'interno. Aprire le scatolette era una faccenda seria: a parte la forza bruta, le mamme ci insegnavano ad usare le chiavette. Anche così occorreva una grande forza nelle dita e le bambine come me non ne avevano a sufficienza, avessi dovuto aprirle da sola sarei morta di fame.
Negli anni 50, subito dopo la seconda guerra mondiale, le nostre mamme facevano un grande uso di cibo in scatola, secondo la moda americana. Ovviamente erano scatolette di metallo che si arrugginiva in fretta, strapiene di nichel; non esistevano date di scadenza, per sapere se il contenuto era ancora commestibile, le mamme annusavano e guardavano che non ci fosse troppa ruggine all'interno. Aprire le scatolette era una faccenda seria: a parte la forza bruta, le mamme ci insegnavano ad usare le chiavette. Anche così occorreva una grande forza nelle dita e le bambine come me non ne avevano a sufficienza, avessi dovuto aprirle da sola sarei morta di fame.
Nella prima foto vedete quella che serviva ad aprire scatole di pelati, piselli, fagioli, frutta sciroppata, minestre pronte, ecc. ecc.; tagliava la lamiera seguendo il bordo della scatola ed ondeggiando avanti e indietro spinta dal pollice e dall'indice. Nella seconda foto vedete quella che serviva ad aprire carne in scatola, sardine, sgombri e persono prosciutto crudo; agganciava una linguetta del coperchio e ruotando, arrotolava in coperchio scoprendone il contenuto: si utilizzavano le prime tre dita della mano.
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