I GUANTI

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Quando ero bambina, a Torino, ma sicuramente in molte altre grandi città d'Europa, portare i guanti non era una necessità dettata dal clima, ma un simbolo di eleganza IRRINUNCIABILE. Mai le nostre madri ed i nostri padri (sono nata nel 1954) ed i nostri nonni sarebbero usciti di casa senza guanti.
Il guanto era un accessorio indispensabile per un abito bello; solo l'abbigliamento da lavoro esonerava dall'uso dei guanti. Non era legato alla classe sociale di appartenenza: nelle grandi città, anche le operaie e gli operai, quando uscivano dalla fabbrica, si cambiavano ed indossavano una abito "buono" con cappello e guanti.
Certo, i guanti erano influenzati dal clima: d'inverno erano di lana fatti ai ferri oppure di stoffa calda.
Nelle mezze stagioni (allora esistevano veramente) il guanto era di pelle sottile e lucida: nero o marrone per gli abiti scuri, beige o bianco per gli abiti chiari. In estate si usavano i guanti di cotone lavorato all'uncinetto o di pizzo. Quando si diffusero le auto utilitarie, vennero di moda i guanti da guida: di pelle scamosciata perchè il volante non scivolasse dalle mani, tagliati in modo da coprire solo una parte delle dita, con i buchi sulle nocche per chiudere bene la mano.
Anche i bambini indossavano i guanti come gli adulti, soprattutto alla domenica o nelle occasioni "eleganti" ... soprattutto le bambine. Ovviamente con i guanti non si poteva giocare, perché si sporcavano. 
Le donne, quando indossavano abiti da sera, calzavano anche guanti lunghi fino al gomito, o addirittura sopra al gomito: in genere erano di seta, raso o velluto, in tinta con l'abito.


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